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  Albergo Ristorante Canelli Via San Dalmazzo, 7
 (tram: 4 bus: 50-51-52)

 

L'androne di via San Dalmazzo 7 dove venne uccisa la staffetta Liberina Lucca il 25 aprile 1945.
L'androne di via San Dalmazzo 7 dove venne uccisa la staffetta Liberina Lucca il 25 aprile 1945.

L'albergo, di proprietà dei coniugi Angiolina e Lorenzo Chiadò nel periodo clandestino è uno dei più importanti luoghi di riunioni clandestine del Cln. Vi fa riferimento in modo particolare Pier Luigi Passoni, rappresentante socialista e segretario del Cln regionale: "L'albergo Canelli divenne per un periodo notevole della lotta di Resistenza la sede effettiva del movimento, di dove si irradiavano gli ordini, si smistavano i compiti, si seguiva ora per ora lo svolgimento della attività partigiana, perché là vi fu il recapito permanente dei capi al quale affluivano le staffette [...] frammisti ai comuni avventori, ogni giorno facce nuove apparivano all'ora dei pranzi e mentre consumavano il pasto scrutavano il momento per approssimarsi alla proprietaria: 'la signora' o a suo marito e chiedere sommessamente di 'Piero'. Era la parola d'ordine che, proprio perché troppo usata, non apriva facilmente l'animo dell'abilissima interloquita proprietaria a confidenze' (Passoni, p. 147). Nel febbraio 1944 i Chiadò vengono tratti in arresto, detenuti in via Asti, senza mai rivelare ciò che sapevano, e liberati solo qualche tempo dopo (Greco, p. 198). Nei locali sono ospitati nelle missioni clandestine a Torino molti dei dirigenti socialisti, da Bruno Buozzi a Rodolfo Morandi, a Sandro Pertini. Il 27 aprile 1945, mentre si combatte ancora per le vie della città, un cecchino uccide sulla soglia del portone attiguo una staffetta partigiana delle formazioni Matteotti, Liberina Lucca (lapide nell'ingresso del numero 7).

Opere citate:
Greco P., Cronaca del Comitato Piemontese di Liberazione Nazionale, in Aspetti della
resistenza in Piemonte, Torino, Books Store, 1977
Passoni P., L'Albergo Canelli, "Torino. Rivista mensile della città", 4, aprile 1955
 

 
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