|
![Recupero dei corpi delle vittime di un'incursione aerea.](images/rifugio.jpg) |
Recupero dei corpi delle
vittime di un'incursione aerea. |
Il rifugio è stato riaperto nel 1995
a cura dell'associazione Comitato di riqualificazione urbana Campidoglio
Borgo Vecchio, che ne cura anche la periodica apertura per le visite del
pubblico. Si tratta di uno dei 21 ricoveri pubblici costruiti a cura del
Comune con tecniche antibomba, ed è uno dei più grandi per
dimensioni con una superficie di circa 700 metri quadrati. Costruito in
cemento armato a 12 metri di profondità, si articola su tre gallerie
parallele larghe 4 metri e mezzo e lunghe 40, collegate da otto passaggi.
All'interno si sono conservati i sedili, e si possono ancora leggere sulle
pareti le scritte con le indicazioni di comportamento durante i bombardamenti.
All'esterno un grande cumulo di terra di riporto proteggeva ulteriormente
la struttura, alla quale oggi è possibile accedere attraverso una
botola chiusa da un portellone metallico che si trova sulla piazza.
A partire dall'autunno 1942, il grande ciclo di bombardamenti che investe
Torino pone in maniera drammatica il problema della scarsità di
rifugi antiaerei adeguati. Fino a quel momento la questione dell'offesa
aerea è stata affrontata dalle autorità in maniera superficiale
e senza un quadro chiaro degli effetti disastrosi che avrebbe provocato.
Ne è riprova il fatto che per oltre un anno dall'inizio della guerra
si continuano a scavare sul suolo pubblico migliaia di metri lineari di
trincee con lo scopo di difendere così la popolazione dalle incursioni
e solo dal dicembre 1941 esse vengono demolite per la palese inefficacia.
I ripetuti, pesanti attacchi aerei alleati si abbattono su una città
che si protegge alla meglio, ricorrendo soprattutto a cantine trasformate
in ricoveri, ad un certo numero di rifugi pubblici (di cui una ventina
in costruzione per tutta la guerra) e allo sfollamento.
Al 15 dicembre 1944 i rifugi pubblici di Torino, compresi quelli ancora
alla prova, sono 137 e possono accogliere 46.402 persone; i rifugi definiti
casalinghi, indicati con una R bianca vicino al portone, vengono divisi
in due categorie: quelli normali e quelli di circostanza. I primi sono
955 e possono accogliere 41.222 persone, i secondi - vere e proprie trappole
- sono 15.076. Sommando le capienze dei rifugi veri e propri e quelli
pubblici e quelli casalinghi normali (tutti anticrollo) risulta che solo
il 15% della popolazione possa dirsi al riparo.
|
![](images/arcodx.gif) |
|