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  Rifugio antiaereo Piazza Risorgimento      
(tram: 9-13-16 bus: 65)

 

Recupero dei corpi delle vittime di un'incursione aerea.
Recupero dei corpi delle vittime di un'incursione aerea.

Il rifugio è stato riaperto nel 1995 a cura dell'associazione Comitato di riqualificazione urbana Campidoglio Borgo Vecchio, che ne cura anche la periodica apertura per le visite del pubblico. Si tratta di uno dei 21 ricoveri pubblici costruiti a cura del Comune con tecniche antibomba, ed è uno dei più grandi per dimensioni con una superficie di circa 700 metri quadrati. Costruito in cemento armato a 12 metri di profondità, si articola su tre gallerie parallele larghe 4 metri e mezzo e lunghe 40, collegate da otto passaggi. All'interno si sono conservati i sedili, e si possono ancora leggere sulle pareti le scritte con le indicazioni di comportamento durante i bombardamenti. All'esterno un grande cumulo di terra di riporto proteggeva ulteriormente la struttura, alla quale oggi è possibile accedere attraverso una botola chiusa da un portellone metallico che si trova sulla piazza.
A partire dall'autunno 1942, il grande ciclo di bombardamenti che investe Torino pone in maniera drammatica il problema della scarsità di rifugi antiaerei adeguati. Fino a quel momento la questione dell'offesa aerea è stata affrontata dalle autorità in maniera superficiale e senza un quadro chiaro degli effetti disastrosi che avrebbe provocato. Ne è riprova il fatto che per oltre un anno dall'inizio della guerra si continuano a scavare sul suolo pubblico migliaia di metri lineari di trincee con lo scopo di difendere così la popolazione dalle incursioni e solo dal dicembre 1941 esse vengono demolite per la palese inefficacia.
I ripetuti, pesanti attacchi aerei alleati si abbattono su una città che si protegge alla meglio, ricorrendo soprattutto a cantine trasformate in ricoveri, ad un certo numero di rifugi pubblici (di cui una ventina in costruzione per tutta la guerra) e allo sfollamento.
Al 15 dicembre 1944 i rifugi pubblici di Torino, compresi quelli ancora alla prova, sono 137 e possono accogliere 46.402 persone; i rifugi definiti casalinghi, indicati con una R bianca vicino al portone, vengono divisi in due categorie: quelli normali e quelli di circostanza. I primi sono 955 e possono accogliere 41.222 persone, i secondi - vere e proprie trappole - sono 15.076. Sommando le capienze dei rifugi veri e propri e quelli pubblici e quelli casalinghi normali (tutti anticrollo) risulta che solo il 15% della popolazione possa dirsi al riparo.
 

 
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